30/marzo/2006 Da Gianpietro Séry:

 "Lussuria senza lusso. Il caso di Marianna B. cento anni prima di Freud".
Sono gli anni della rivoluzione francese, corre l’anno1790, è il 21 dicembre.

Marianna Besana, nasce a Malesco in Piemonte sulla strada che da Cannobio, sul Lago Maggiore, conduce verso Brig attraversando il Simplonpass.

Con i sette fratelli e sorelle, appartiene a famiglia di “parenti sanissimi”.

Nei primi cinque anni della sua vita, la bambina inizia a manifestare alcuni sintomi di malattia infantile, nonostante sia sostanzialmente sana  e bene sviluppata.

Su di lei è stata fatta precocemente, dal proprio Medico di famiglia, una diagnosi di “corporea costituzione assai delicata e di sanguigno e sensibilissimo temperamento”.

Negli anni che vanno dal 1796 al 1804, Marianna attraversa quello che da Sigmund Freud viene chiamato “periodo di latenza.

Otto anni nei quali sembra non succedere nulla: “godette la fanciulla ridente salute, svilluppossi assai, e per non comune formosità di corpo, per grande vivacità, allegria e spirito già gli sguardi attraevasi della a lei vicina moltitudine. Ilare in ogni tempo, e di sé contenta, attendeva indefessa alle cure domestiche, ai lavori rurali;…

Dal 1805 Marianna B. entra pubblicamente nella pubertà e con essa viene prontamente arruolata nella tappa evolutiva chiamata “adolescenza”.

Ha appena compiuto i quattordici anni e già le sue prime mestruazioni suscitano negli adulti che le stanno accanto, il sospetto e l’attesa del possibile e prevedibile “trauma” adolescenziale (versione moderna di minacce antiche: “si pungerà la mano con un fuso...”)...
... E alla fine di questi percorsi, un pensiero nuovo sarà nato riguardo la cura delle isterie.

Un nuovo capitolo che renderà pensabile finalmente l’imputabilità, anche se i pazienti “si ricordano mal volentieri della loro parte di responsabilità”. Saranno necessari per questo tutti gli anni di lavoro di Freud, a partire dalla pubblicazione ancora timida e compromissoria delle sue “Osservazioni di un caso grave di emianestesia in un paziente isterico”.

Ma basteranno già l’abbandono dell’ipnosi e quindi la costituzione della tecnica freudiana per decretare la fine di quella “massa a due”, ovvero di quella storica coppia “paziente isterico” – “medico consenziente”, che per secoli ha realizzato il massacro sistematico del “corpo pulsionale” (“pensato” misero dall’uno e “studiato” misero dall’altro, nella forma astratta e teorica dell’organismo–non corpo della psicopatologia).

Ed è proprio l’individuazione analitica di quella “massa a due”, “coppia” e “complicità” opposte e nemiche alla partnership e al beneficio posti dalla costituzione del bambino (per cui la psicoanalisi imparò ben presto a tenersi lontana da Medici e da Preti), che credo possa costituire, con beneficio di ciascuno, la ricchezza particolare di questo mio scritto.

Non si imputi quindi alla sola inadeguatezza delle conoscenze mediche del passato se sino alla data di inizio della psicoanalisi freudiana, come ho ben documentato, la storia dell’isteria (e quindi della nevrosi) non è stata altro che una povera storia di “relitti perfetti”, rafforzando il pensiero di Freud che “... le cose non sarebbero potute andate peggio, dal punto di vista delle prospettive di un vero ed efficace aiuto medico”.

     ... Continua... Sabato 8 aprile a Milano, Centro Culturale di Via Zebedia 3, Corso di Studium Cartello, ore 9,30-13, lezione di Gianpietro Séry.