02/agosto/2006: RISPOSTA: Esich

Partecipo spesso a questo forum inviando copia delle cose belle che leggo... spero che sia utile anche ad altri.

Dal sito di Studium Cartello, vi mando questo bellissimo scritto di G.B.Contri sulla famiglia, come risposta mia alla domanda di Francesco:
" Nella grande maggioranza dei casi, la famiglia è proletariato senza classe operaia: autoconservazione e riproduzione (limitata). Per di più è un recinto, una provincia a 2 + n abitanti, in cui si parla inapparentemente un dialetto segreto se non occulto. Una mafia senza profitti benché non senza delitti (psichici).

Si può malgrado tutto difenderla?, e come?

Sì, a prenderla per quello che essa potrebbe essere.

Potrebbe essere la partnership di un uomo e una donna in affari, che è pleonastico chiamare amorosi perché sono amorosi se sono affari, implicitamente con profitto. Il contenuto di affari e profitto è stabilito dai partner, anche aldilà dei correnti limiti economicistici imposti a questa parola. L’ho anche definita una SpA, cui verranno associati eventuali figli: la SpA precede i figli.

Questa definizione, non posso nemmeno dire che non è  condivisa, perché non è neppure pensata.

Solo un demente può credere che due si mettono insieme per il sesso. Che è un demente quadratico se crede che sia per l’innamoramento: infatti gli innamorati non fanno affari, men che meno amorosi. Non si muovono, si fissano. In ambedue i casi divorzio assicurato, almeno implicitamente, e dall’inizio.

Perché non un uomo con un uomo o una donna con una donna? Ma è semplice. Non è perché la legge di natura vuole diversamente, né perché così si farebbe piangere la Madonna (la quale è il massimo esempio dell’inesistenza di una legge naturale dell’eterosessualità): è perché è antieconomico, limite posto al mercato degli affari amorosi. Infatti l’omosessualità non è né una deviazione dalla legge naturale, né un’inclinazione naturale o acquisita, bensì è ciò che resta dopo l’esclusione degli affari con soggetti dell’altro sesso, e senza inutili battages morali sulla possibile vita dei sessi. Questo perché non  quello. Abbiamo sempre detto che l’omosessualità è “di risulta”, compreso l’apartheid tra sessi che ne risulta, anche su scala sociale.

Uomo e donna non discendono da maschio e femmina (ordine della necessità), ma dalla non-obiezione a maschio e femmina (ordine della libertà).

Economisti, politici, e tutti quanti dovrebbero impensierirsi di fronte alla diseconomia sia della famiglia-proletariato-provincia, sia dell’omosessualità che è semplicemente l’altra faccia del medesimo lunatico scindibilissimo a-tomo, monade a due senza partners.

Noi cristiani abbiamo fatto poggiare la famiglia su un “sacramento” che pretende di non essere la semplice crema religiosa sulla torta civile. Se così, allora dovrebbe essere un sacramento economico. L’espressione “economia della salvezza” diventerebbe terrena e non più eterea fino a volatile.

Da tempo nella Chiesa cattolica per potersi sposare è fatto obbligo di istruirsi in un “Corso per fidanzati”. Ma se proprio, allora dovrebbe essere un Corso di economia non di morale (meglio: la morale è morale se è una disciplina unica con l’economia), altrimenti sarebbe un Corso di implicita pornografia pia, o anche pornografia negativa.

In una SpA come questa i sessi non devono più comparire tra le voci della contabilità (morale nel loro caso): i sovrani - e gli uomini d’affari hanno parte alla sovranità - non hanno questioni sessuali. Alla famiglia che dico si applica il detto agostiniano ama et fac quod vis, perché tutte le questioni morali sono assorbite sull’ama.

La partnership di uomo e donna in affari non soffre di innamoramento (che ne deprime l’economia), ma ha come modello la parabola dei talenti: ecco l’amore."

 

Di G.B.Contri, dal sito di Studium Cartello.