07/giugno/2007: da Fabio A.
La psicoanalisi per un sedicenne
Gentile professore, da molto tempo ormai le risorse ove reperire
informazioni e discussioni sul pensiero freudiano, ivi compreso il
Vostro Forum, hanno assunto per me un’importanza enorme.
Molti, purtroppo, sono perplessi riguardo l’età in cui mi avvicino a
queste tesi: sono un sedicenne, ho letto ed apprezzato le principali
opere di Freud e mi accingo, nel tempo, ad affrontarne di nuove.
Il problema che mi pongo è se realmente, come sostengono alcuni, possa
risultare difficoltoso, se non addirittura dannoso, inserire nel ciclo
di studi della prima scuola superiore tali argomenti. In virtù della
mia giovane età, non mi permetto di sentenziare una risposta a tale
questione, ma ritengo doveroso esporre quella che è la mia particolare
esperienza.
In primo luogo, a differenza di altri autori che pure hanno trattato
con eguale perizia l’argomento della psicoanalisi, gli scritti di
Freud presentano una linearità ed un’immediatezza tali, che davvero
non comprendo la presunta impossibilità di sottoporli ad un sedicenne.
In secondo luogo, è mia convinzione che la reale utilità della
conoscenza psicoanalitica non stia solamente nell’applicarla
all’adulto per indagare sui processi legati alla sua infanzia, ma che,
soprattutto, se insegnata al giovane, anche per sommi capi, questa
possa aiutare ad avere una più precisa consapevolezza del proprio
sviluppo psichico, in modo da incanalarlo verso una più sana ed
efficiente funzionalità in età adulta.
Cosa, dunque, ci trattiene dall’insegnare Freud? Il timore, spero
ormai superato, di una dottrina pansessista? La paura che le sue
parole possano indurre all’ateismo le giovani menti? Spero che timori
di così bassa levatura non trattengano ancora a lungo i giovani dallo
studiare le più utili e valide tesi della Storia.
Grazie per la pazienza e per l’attenzione al professor Sèry e a tutti
gli utenti del forum,
Fabio A. |