30/luglio/2007: RISPOSTA da
Gianpietro Séry.
Riki e Esich carissimi,
Mi viene da
dire:
Un "altro
pensato non sessuato" è un altro ?
O non è appunto
una teoria di "altro" collocata al posto dell'altro ?
Perchè, se la risposta fosse si, non faccio alcuna fatica a chiamare
"oggetto" il misero contenuto di quella teoria (non più di un paio di
mutandine come teoria di donna).
Per agio di chi legge, riporto quasi integralmente
l'articolo di G.B. Contri di cui stiamo trattando (www.giacomocontri.it,
BLOG, 2 novembre 2006)
" PEDOFILIA:
FETICISMO
Alla lettera significa: amore per i
bambini.
Vediamo questo “amore” ossia che
cosa è la pedo-filia.
Rinvio al mio saggio sul feticismo
di cui questo articolo è uno dei possibili prolungamenti (in:
AA. VV., “Figure del feticismo”, Einaudi, Torino 2001, a cura
di Stefano Mistura, con il titolo: “I tre imperativi
categorici e l’imperfezione perfetta”).
Arrivo senza lungaggine alla
conclusione: la pedofilia è feticismo secondo il tempo anziché
lo spazio.
Scrivevo in quel saggio, per il
massimo di chiarezza, che il feticismo non è le mutandine, o
il tanga, della ragazza, bensì le mutandine invece
della ragazza (“amore cortese”, Parsifal e Biancofiore, Dante
e Beatrice).
L’oggetto sostitutivo è scelto per
contiguità spaziale.
Idem la pedofilia, salvo lo scambio
della contiguità spaziale con la contiguità temporale.
Il bambino (bambino o bambina) è
l’immediato antecedente temporale dell’adulto.
(...) Il feticista sostituisce all’adulto
quantunque giovane il suo antecedente prepubere.
E’ una tecnica, quella della
sconfessione perversa (Verleugnung, Freud), che è
anzitutto discorsiva e come tale camuffata perbene: una
tecnica per disfarsi della differenza dei sessi che è già
dell’infanzia ma esaltata dalla pubertà.
Il feticista da Tribunale è solo
uno che ha avuto uno scivolone passando dal discorso all’atto.
E’ un nevrotico
che non ha resistito all’attacco della perversione del
pensiero, che è il mandante.
C’è una domanda cui nessun
Tribunale penale saprebbe rispondere, neppure nei suoi
consulenti psicologici o psichiatrici: poiché non c’è delitto
senza lesione (anche morale), quale è la lesione prodotta
dall’atto feticista?
Univoca e unica la risposta: è la
lesione prodotta da tutti gli atti perversi
feticisti-pedofili, consistenti nello scambiare l’adulto con
il bambino. Atti correnti e “buoni” anche nelle “migliori
famiglie”.
La pedofilia è un caso non da
Tribunale penale ma da Tribunale Freud.
Ora, la stragrande maggioranza di
tali atti è discorsivo, è frasi, è Cultura, è pedagogia: essi
corrispondono alla frase “Ti amo come quando eri piccolo, o
piccola”, perché “piccolo” qui significa senza differenza
sessuale rilevante.
E’ il più corrente “amore per i
bambini”, avente come modello la relazione “amorosa” adulto-bambino.
(Per inciso, questa premessa è
blasfema perché insinua che anche Dio sarebbe spiritualmente
pedofilo: ma a me personalmente è toccata in sorte
un’istruzione religiosa per la quale Dio ama gli adulti,
purché tornati - dopo - come bambini).
Con questa chiarificazione, la
pedofilia cessa di sembrare prevalentemente maschile per
rivelarsi, non anche femminile, bensì “materna”, in quel
significato corruttivo o patogeno che vuole “La Madre”
astratta e neutra, né uomo né donna: in questa
accezione la pedofilia è “materna” anche nell’uomo.
Quanta pedofilia c’è al mondo è
ancora tutto da calcolare!
Per triste fortuna al Tribunale
penale sono puniti solo gli atti pedofili fisici: altrimenti
il mondo tenderebbe a un gulag globale, metà carcerati
metà carcerieri che poi per equità si scambiano periodicamente
i ruoli.
Rinvio a un’altra volta la
considerazione dell’omosessualità radicale o teorica, non
empirica, della generale Cultura pedofila. "
Per ora porto
questo contributo al lavoro.
Gianpietro Séry
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